Strage di Fidene, i legali di Claudio Campiti chiedono l’assoluzione per vizio totale di mente
Gli avvocati difensori di Claudio Campiti hanno chiesto l'assoluzione del loro assistito per vizio totale di mente, e in subordine "l'attenuante del vizio parziale di mente e le circostanze attenuanti generiche, da ritenersi prevalenti rispetto alle circostanze aggravanti contestate nei diversi capi di imputazione". L'uomo, che l'11 dicembre 2022 ha seminato il panico con una pistola durante una riunione a Fidene del consorzio Valleverde, è accusato dell'omicidio di quattro donne. Per lui il pubblico ministero ha chiesto l'ergastolo con due anni di isolamento diurno. È accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, di tentato omicidio di altre cinque persone sedute al tavolo del consiglio di amministrazione del consorzio e di lesioni personali derivate dal trauma psicologico subito dai sopravvissuti
L'avvocato: "Non ha coscienza di ciò che ha fatto"
"È una persona che soffre di un disturbo delirante, persecutorio – le parole dell'avvocato Giancarlo Rizzo – Sbalordisce non la mancanza di pentimento, ma la completa incoscienza di quello che ha fatto. Perché come ci si può pentire se non si comprende la portata di quello che ha fatto".
La Corte d'Assise di Roma ha rinviato al 31 marzo la sentenza nei confronti dell'uomo che, quell'undici dicembre di due anni fa, fece una strage usando una pistola rubata al poligono di Tor di Quinto. "Campiti è affetto da un delirio paranoide. Afferma che lo Stato lo torturi, lo perseguiti. Si sente una sorta di Robin Hood quando, con apparente razionalità e proprietà di linguaggio argomenta contro chi gli chiede qualcosa. È una divisione del mondo in buoni e cattivi, dove lui mostra le minacce di morte ricevute. Ma cosa sappiamo con certezza? Che c'è un disturbo della personalità e che può incidere sulla imputabilità".
La strage di Fidene
Le vittime si chiamavano Nicoletta Golisano, Elisabetta Silenzi, Sabina Sperandio e Fabiana De Angelis. Si trovavano nel bar ‘Il posto giusto‘ per una riunione di condominio del consorzio Valleverde, una serie di villette che affacciano sul lago del Turano. Campiti, che abitava in uno scheletro di casa mai finito di costruire al suo interno, e che era convinto il consorzio avesse ordito un complotto per rovinargli la vita, entrò con una pistola e fece fuoco, uccidendole. Sparò a caso, fu fermato solo dopo essere stato bloccato da alcuni uomini presenti, che riuscirono a disarmarlo.